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Editing: cos’è

Chi scrive e chi pubblica, ma non solo, ha spesso a che fare con l’editing, ma non sempre è chiaro il vero, profondo significato di questo termine. 
Sappiamo che la scrittura è una delle forme più alte della comunicazione: oggi, chi più chi meno, scriviamo tutti, o perlomeno ci proviamo, con alterne fortune. Ne deriva la necessità imprescindibile di ricercare e trovare una propria originalità espressiva. Ma come. Solo attraverso una scrittura corretta che parta da un uso appropriato, giusto e curato della lingua che modelli i contenuti arrivando al pieno coinvolgimento di chi legge.
Nel processo di costruzione di un testo l’editing ne rappresenta l’impalcatura, dalla sua bontà deriva il successo di un libro.
La parola “editing” viene dall’inglese to edit, verbo che traduce il“curare l’edizione di un’opera”. In dettaglio, nell’editoria è la cura redazionale di un testo finalizzata alla sua pubblicazione, cioè lettura attenta intesa a verificare la correttezza e l’appropriatezza dell’uso della lingua (ortografia, grammatica, sintassi, lessico, stile), la tessitura strutturale del testo, in primis la sua coerenza interna, quindi l’adeguatezza dello stile, l’esattezza e l’aderenza alla realtà delle asserzioni scientifiche e storiche.
Per altro verso l’editing può riguardare anche il montaggio di un film, di un programma massmediatico, di un video e di un podcast. Ma anche altro e non ci si soffermerà oltre.
Ha sempre destato grande interesse in chi scrive la consapevolezza che l’editing quale esercizio sopraffino della/sulla scrittura sia direttamente legato alle funzioni cognitive esplicate dalle connessioni neuronali di quella zona del cervello presieduta dal linguaggio, area per questo estremamente plastica con un continuo rinnovamento e rimodellamento di quelle connessioni. Qual è il significato ultimo di tutto questo: l’editing ha una profonda azione sullo sviluppo armonioso del nostro cervello, migliorandolo nelle sue funzioni fisiologiche, tenendolo in una sorta di allenamento che giova immensamente alla plasticità e alla ‘giovinezza’ del nostro cervello. Le parole, in definitiva, sono in grado di influire sulla nostra personalità, sono rappresentative del nostro ‘essere umani’, cambiandoci continuamente e definendoci ulteriormente.
In breve, editare un testo significa perfezionarlo e costruirgli un’identità.  

Il primo editing deve essere fatto dall’Autore
Perché è soltanto suo, dell’Autore, il modo di raccontare la sua storia, è una sua creatura in cui c’è parte di lui e solo lui ne conosce il significato preciso, intimo e ciò che ha in intenzione di tradurre a chi legge attraverso immagini, sensazioni che via via va elaborando. Questo è soprattutto vero per il romanzo in cui è assolutamente necessario sia l’autore il primo editor di se stesso. È la base di partenza su cui poi l’editor professionista potrà innestare le sue conoscenze e la sua abilità.
Per questo chi scrive dovrebbe imparare le basi dell’editing, le regole fondamentali della revisione di un testo. 
Sarebbe buona cosa che chiunque si accingesse a scrivere con cognizione di causa apprendesse per primi i rudimenti, le regole basilari del fare editing. Regole sì certamente, ma che di per sé non sono sufficienti. L’editing è soprattutto intuizione e pura creatività, è come nella Musica: leggere una partitura, ascoltare l’armonia delle singole parole (note), poi delle frasi di cui si compone la pagina scritta. Si deve arrivare all’anima del proprio scritto e nessuno può farlo, o dovrebbe farlo, meglio dell’Autore.
Editare un testo significa interrogarlo, ispezionarlo fin nelle sue più recondite pieghe e anfratti, facendo emergere e magnificando il suo meglio, processo questo che non può pertanto e non deve prescindere da chi quel testo l’ha pensato e l’ha scritto. In sostanza lo stesso Autore smette i panni dello scrittore per indossare quelli di lettore di se stesso e quanto più egli avrà dimestichezza con la lettura anche degli altri autori, tanto più intensa sarà la sua capacità evocativa, ovvero ciò che riuscirà a scrivere di suo e a trasmetterlo fuori di sé, al lettore finale.

Qual è l’obiettivo prioritario di un buon editing

1. Qualità 
Indubbiamente cercare e perseguire il più alto livello qualitativo possibile. Soprattutto nella scrittura di un romanzo il lavoro di editing è imprescindibile.
Nel lavoro quotidiano professionale di editor chi scrive sa bene quanto sia fondamentale instaurare un rapporto personale con l’Autore, che deve tener conto degli obiettivi che lo scrittore si pone nel redigere le proprie idee e nel definire la propria opera. C’è però una comune zolla d’intesa fra editor ed autore che va assolutamente condivisa, ovvero di fissare come obiettivo la ricerca della migliore qualità possibile. E per questa alta mira è necessario essere ben disposti a mandar giù la medicina, a volte amara e spesso intrisa di maniacalità, che porta a scandagliare frasi, parole, punteggiatura, costruzione sintattica ecc. Solo se si è disposti a tutto in nome della qualità, la migliore possibile, si potrà accettare di ridiscutere, a volte di ribaltare e di rifare ex novo e, medicina sempre molto difficile da trangugiare, di tagliare parti di testo che, per quanto appaghino l’Autore, possono difettare in termini di ingombro, di consistenza. L’autocritica è fondativa del rapporto editor-autore. L’editing è un lavoro di cesello che non va d’accordo con superficialità, fretta e men che meno con la suscettibilità.

2. L’imperativo di migliorarsi
Va da sé che un buon editing non è soltanto un plus determinante per il testo, lo è anche per lo stesso autore per la chance che gli offre di migliorarsi come scrittore, estendendo le proprie competenze.
Correggere e correggersi diventano un’occasione per progredire, per alzare l’asticella della qualità della propria scrittura. È un vero e proprio atto d’amore per il proprio lavoro o la propria passione, ma anche una forma di rispetto verso chi dedicherà il suo tempo alla lettura di ciò che si scrive.
Ci vuole una volontà ferrea, ma soltanto questa fa la differenza tra chi ‘dice’ solamente e chi invece ‘racconta’.

3. L’editing come impalcatura della costruzione narrativa
Nell’editing il testo viene radiografato nel suo insieme e scomposto nella sua struttura. L’obiettivo è slatentizzare, se ci sono, le incongruenze, le cadute narrative, l’incoerenza dei personaggi, la perdita di ritmo, l’impalpabilità dei dialoghi.
L’editing è un’indagine a tutto campo che riguarda forma e sostanza nello stesso tempo.
Il testo, qualsiasi esso sia, ancor più se è un romanzo, dev’essere concepito e diretto come una Sinfonia, in cui ciascun strumento sta al suo posto e interagisce con gli altri al momento opportuno per arrivare a un risultato di coesione, di coerenza, di condivisione.
Spesso il lettore finale non ha percezione alcuna di quanto lavoro c’è dietro un testo adeguatamente editato, ne coglie in modo passivo la scorrevolezza e la piacevolezza stilistica che lo coinvolgono di pagina in pagina.
Nel  “Manuale di lettura creativa”, così curioso nel titolo quanto è interessante nei contenuti, Marcello Fois, nel capitolo dedicato a Lo stupore dell’ovvio, scrive: “[…] Il faticoso, in scrittura, si rappresenta ai massimi livelli nella sua totale assenza. Sarebbe a dire che è artista, scrittore, solo chi sa nascondere la fatica del suo fare.”
In definitiva, un buon editing è in grado di nascondere la fatica della scrittura là dove l’autore, nella sua prima stesura, non sia riuscito ad evitarla.

4. Vedere con gli occhi degli altri è indispensabile
Sarebbe sempre auspicabile che gli autori fossero in grado di padroneggiare le tecniche dell’editing e di formarsi con questo obiettivo. In realtà così è raramente. Ecco che, soprattutto per l’Editore, l’esperienza, le competenze dell’editor risultano imprescindibili. La necessità di revisionare dall’esterno può concretarsi in prospettive nuove, inaspettate, specie quando l’obiettivo urgente dell’autore è quello di pubblicare il proprio romanzo. La scelta, per esempio, di un lettore fiduciario deve cadere su una persona affidabile, critica, obiettiva, meglio se non emotivamente coinvolta, intenzionata a supportare non a compiacere. Meglio se c’è un editor professionista cui affidarsi, in grado di saggiare il testo in ogni sua componente e di predisporlo al meglio prima della proposta dell’autore di pubblicazione ad un editore.  
L’Autore più che una scelta deve compiere un atto di piena consapevolezza di sé, ma se carente, mancante o insufficiente deve autorizzare l’Editore a farsene carico suggerendo l’editing come indispensabile all’autore, talvolta anche esigendolo per il bene dell’opera stessa e, non da ultimo, per il fatto che implica un investimento economico e le CE non sono organizzazioni no profit. Non è da intendersi come una sorta di conditio sine qua non per essere pubblicati, giusto per non indurre al retropensiero di una forma mascherata di pubblicazione a pagamento. Se l’Editore crede in un testo, apprezzandolo in ogni sua componente e intenzionato a investirci di suo, si farà carico di tutto ciò che concerne la sua pubblicazione. Ma l’editing è un lavoro di alta caratura professionale, che necessita di tempi di elaborazione lunghi, dispendiosi nelle energie e nelle competenze profuse, e non solo. Noi crediamo fermamente che le competenze di una prestazione di alto profilo professionale, quando richieste e/o quando indispensabili, debbano sempre essere riconosciute e validate da congruo onorario. Oppure, come dicevamo, può essere l’Autore che prima di presentare la sua opera ad un Editore preferisce testarsi e capire se sia lui stesso in grado di migliorare il lavoro svolto e/o rivolgersi in proprio alla professionalità di un editor.

A tal riguardo noi stessi di Ad Astra Edizioni forniamo un servizio di editing professionale completo e a tutto tondo, in cui l’Autore è coinvolto in prima persona. Ed essendo un servizio attraverso il quale si espletano competenze, si dispensano energie, si investe il proprio tempo, si estrinseca un lavoro, questo ha un costo: € 3,20 + IVA a cartella (1800 battute).

“Per i nostri Autori, quelli per i quali abbiamo selezionato la loro opera per essere pubblicata, noi garantiamo un soft editing e la correzione delle bozze.

All’Autore spetta sempre presentare il proprio manoscritto secondo le norme redazionali riportate nella sezione “Manoscritti”.

L’editing può essere fatto in proprio – e lì dove l’Editore lo ritenesse necessario, “deve” essere fatto al fine di accettare o meno la pubblicazione dell’opera – purché sia un editing professionale (e l’eventuale editor scelto dall’Autore verrà citato nelle note di copertina). Oppure l’Autore può scegliere di prendere accordi direttamente con la’Editore per il servizio di editing professionale che sarà fatturato a parte.

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